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Tribute to Milano & Tribute to Palermo: il mio viaggio con Nespresso per celebrare le nuove Grand Cru

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Milano. Interno bar: il tintinnìo della porcellana di piattini e tazzine appoggiati frettolosamente sul bancone, la bustina di zucchero strappata e il cucchiaino che gira toccando i bordi, il soffio sottile che accompagna l’inspirazione degli aromi, il brusìo di chi riorganizza pensieri e idee per la giornata che sta per cominciare.

Palermo, la situazione non cambia, i rumori sono quelli, il mood è lo stesso. O quasi.

Un caffé macchiato caldo in tazza fredda, un ristretto in tazza calda, un marocchino schiumato in tazza grande, un decaffeinato macchiato con latte di soia e spolverato di cacao, un doppio ristretto decaffeinato…“.

Vi siete mai fermati in un bar di Milano per ordinare un caffè al mattino? I gusti, le richieste e le ordinazioni degli avventori metterebbero in crisi un qualsiasi barista, figuriamoci un palermitano abituato sì a preparare con la velocità degna di un olimpico centinaia di caffè, ma appunto semplicemente caffè. Perchè a Palermo il caffè è un rito sacro e si consuma in purezza, è un momento da assaporare con calma, magari al tavolino del bar, in compagnia.

Ecco una delle differenze tra Milano e Palermo, due città che non potrebbero avere anime più diverse. E non parlo di differenze geografiche o delle classiche diversità tra Nord e Sud, parlo di modi di approcciarsi alla quotidianità, di stili di vita, di cultura.

Con Nespresso una settimana fa ho intrapreso un viaggio mutisensoriale che mi ha portato ad immergermi nelle atmosfere contrastanti di queste due meravigliose città, per celebrare una nuova intensa Limited Edition: Tribute to Milano e Tribute to Palermo, due ristretto dai profili aromatici che rappresentano l’essenza di questi due mondi.

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Con il mio trolley e un gruppo di blogger e instagramer provenienti da 9 Paesi, mi sono ritrovata a passeggiare per i mercati della Vuccirìa e di Ballarò, tra i banchi di frutta e delle spezie, inebriata dal profumo del basilico e dell’origano essiccato, mi sono goduta una lenta colazione all’aperto con granita di cantalupo, brioche col tuppo, cannoli e cassatine, ospite dello storico Caffè Spinnato.

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Ho conosciuto una Palermo inaspettata, quella della street art di Piazza Garraffello, tra murales, fontane del 1500, rovine di palazzi, nel cuore della rumorosa Vuccirìa, ho mangiato panelle, crocchè e parmigiana, seduta ad un tavolo della Trattoria Biondo e caponatina, sfincioni e arancine all’Osteria Ballarò. Ho fatto tardi rientrando in hotel fermandomi a fotografare scorci di vicoli illuminati dalla classica luce gialla e calda che avvolge palazzi e monumenti.

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Dal sole caldo di Palermo, siamo volati nella cosmopolita Milano, che per non essere da meno ci ha accolto con un cielo senza traccia di nuvole: all’opulenza del barocco siciliano, Milano ha risposto con l’ipermoderna architettura di Porta Nuova, con torri, giardini verticali e grattacieli dal design futuristico. L’impatto è forte anche quando arriviamo in hotel, il meraviglioso LaGare Hotel Milano Centrale, con la facciata interamente illuminata da Led colorati, a pochi passi dalla stazione e dalle principali vie dello shopping e del business, ci ricorda che Milano è così, punta sempre a stupire.

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Per immergersi nel mood meneghino si fa la colazione al Bar Cova, istituzione milanese nel cuore della griffata Montenapoleone; per sottolineare quanto la città sia in continuo fermento, la mattina prosegue al Mercato Metropolitano, un paradiso per foodie, un grande spazio di 15mila mq negli ex magazzini della ferrovia. Banchi di frutta e verdura, piccoli negozi indipendenti, street food e prodotti tipici di consorzi DOP, IGP, ma anche orti urbani e piante aromatiche in un contesto urban di murales e tavolacci in legno all’aperto. Pranzo da Granaio Caffè e Cucina, in pieno centro, e cena alla Antica Trattoria La Pesa (dove chiedo il bis del loro meraviglioso risotto alla milanese!). Poi una passeggiata tra Corso Como, un salto alla Darsena, gradito souvenir di Expo, e via in hotel per una doccia veloce.

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Il tanto atteso momento della degustazione arriva nel flagship store Nespresso, coccolati dal menù degli chef Alessandro Negrini de “Il luogo di Aimo e Nadia” e Pino Cuttaia de “La Madia” rappresentanti delle due città, e accolti dalla foodblogger Chiara Maci. Se abbiano vinto le note tostate e il carattere corposo ed elegante di Tribute to Milano o il gusto corposo e la consistenza vellutata di Tribute to Palermo, non è semplice stabilirlo, probabilmente perchè più che una sfida è un tributo a due città, al dualismo che si incontra nella celebrazione dell’Italia, come patria del gusto, del caffè e della convivialità.

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Se vi avessero detto che un giorno per fare un viaggio da Palermo a Milano sarebbero bastate due capsule di espresso, ci avreste creduto?


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