Mum & The City

Mamme in maternità: farcela da sole nei primi mesi del bambino

I primi 40 giorni insieme ad Elena sono stati esattamente come voi mamme all’ascolto potete immaginare: un’altalena di ormoni, sorrisini, poppate notturne, orari sballati, nuove emozioni e nuovi ritmi di coppia.

Probabilmente è andata così anche a voi, al netto di bambini più o meno urlanti, più o meno sonnolenti, più o meno mangioni. Per dirla alla Tracy Hoggs (non fate finta di non aver divorato Il linguaggio segreto dei neonati: per un certo periodo l’ho considerato una piccola reliquia e sono certa l’abbiate letto anche voi), Elena era ed è ancora – sebbene adesso abbia quasi 14 mesi e ci sconvolga casa e giornate come un piccolo uragano – una bambina da manuale: mai scleri e poche crisi tutte gestibili. I primi 40 giorni, insieme al mio compagno e mia madre, sono stati difficili e bellissimi, quasi ovattati: mi sono goduta la nonna, che purtroppo vive lontana ed è stata con noi solo un mese e il supporto di tutta la mia famiglia. Difficile crollare quando sei circondata da persone, soprattutto se non puoi dare per scontato l’aiuto costante di una mamma (come la mia) che vive a 1000 chilometri.

Questa premessa è doverosa per raccontare a tutte le ragazze che stanno per diventare mamme o che si sono trovate nella mia situazione di quanto invece sia stato abbastanza complicato nei mesi successivi ritrovarsi a casa da sola con un neonato. E anche se avete il supporto di nonni e di papà molto presenti, rimane il fatto che una donna che ha appena avuto un bambino e si ritrova a passare tutto il suo tempo con lui – che sia in maternità da dipendente o da libera professionista – a un certo punto rischia di impazzire. Non impazzire da manicomio, ovviamente, impazzire come solo una mamma può fare: una roba a metà tra il “Devo uscire di casa per prendere aria ” e il “Ma oggi l’ha fatta o no la cacca? E se sì, com’era? Sarò una brava madre o gli sto trasmettendo traumi che lo accompagneranno per tutta la sua vita?”.Mother And Newborn Baby In White Nursery

Quando Valentina mi ha chiesto di scrivere questo post non ho avuto dubbi: quello che avrei voluto leggere nei mesi successivi alla nascita di Elena è un piccolo prontuario per farcela da sole durante la maternità. Il papà se va bene rientra alla sera; le nonne passano a dare una mano negli orari più “caldi”, e magari le zie si rendono disponibili per un paio d’ore di giochi mentre la mamma risposa, ma la giornata insieme al neonato è lunghissima, e i primi mesi sono cadenzati dalle 3 o 4 ore della poppata: comincerete a ragionare come lo stomaco di vostro figlio e a un certo punto vi sembrerà di non saper più leggere un orologio normale.

Ecco quindi alcuni spunti molto personali, e che spero vi possano essere utili se state per diventare mamme o lo siete da poco, per organizzare la giornata al meglio insieme al vostro bambino, ritagliando degli spazi necessari anche per voi.

Uscite tutti i giorni. E quando dico tutti, intendo TUTTI.

Imponetevi un’uscita quotidiana. So benissimo che organizzare le poppate – soprattutto se non allattate al seno – le cacche in ascensore che vi fanno tornare indietro e la preparazione di entrambi non è semplicissimo, e vi dico già che trascorrerete più tempo a fare questo che a spasso, ma è importantissimo mettere il naso fuori di casa. Al consultorio mi avevano detto di evitare le giornate con molto vento, l’unico agente atmosferico che disturba il bambino, ma di non aver paura del freddo. Armatevi di pazienza e fate una passeggiata mattutina: esplorate la città, andate a trovare le amiche oppure a fare colazione al bar tutte le mattine, tanto poi la brioche la smaltite camminando. Io ho un ricordo bellissimo dello scorso autunno, con Elena che vedeva le cose per la prima volta e io che le vedevo “davvero” insieme a lei.

Create una routine dedicata solo a voi

Se avete deciso di lasciare per un po’ da parte il lavoro, potete sicuramente riempire i (pochi, lo ammetto) momenti liberi con un hobby, un abitudine, un attimo dedicato solo a voi, che però si ripete tutti i giorni. Io per esempio aspettavo, manco fosse una torta al cioccolato, il caffè durante la nanna di Elena del pomeriggio: durava cinque minuti, anche meno, però, caspita se me li godevo! Può essere una doccia flash, lo smalto, io mi prendevo 10 minuti e inviavo messaggi vocali su Whatsapp alle amiche che non riuscivo mai ad incrociare al telefono: una piccolezza che però coinvolge voi e solo voi.

Non cedete al fascino del pigiama all day long

Ragazze, la tentazione di rimanere in pigiama tutto il giorno è forte. Io stessa ho ceduto più volte. Ma no, no e ancora no. Va bene un giorno, ok due, metti anche il terzo: al quarto sciacquatevi la faccia e aprite quel benedetto armadio!

Quando arriva il papà, delegate

Non entrate nel loop “Non posso appesantire il mio compagno, lui lavora tutto il giorno e io no”. Col cavolo che non lavorate, stare con un neonato e accudirlo è una fatica assurda! Io stavo dalle 9 alle 18 con Elena, molto spesso stavamo sole io e lei tutto il giorno, e per evitare di ritrovarmi a parlare con il mangiapannolini come fosse una persona mi sono imposta di affidarla per tutto il tempo possibile al papà al rientro da lavoro. Se vi sentite in colpa, non lasciategli il lavoro sporco (pannolini, biberon): lasciatela con lui già mangiata, cambiata e lavata, quindi solo da intrattenere e fate qualcosa di carino. Io mettevo su un menù, andavo a fare la spesa e poi cucinavo; andavo dall’estetista; mi facevo prendere dagli art attack e mettevo su una moodboard con pezzi di giornali dedicati all’homedecor. Possono sembrare piccolezze, ma quando diventi mamma e ti ritrovi a dover accudire tutti i giorni un bambino che ha bisogno di te come l’aria (e tu di lui, ma questa è un’altra storia) è fondamentale ogni tanto ripetersi “Sono una mamma ma non solo: sono Giovanna, proprio come prima. Mio figlio non si merita un genitore sclerato”.

In bocca al lupo a tutte!

Articolo a cura di Giovanna Gallo.


Potrebbe interessarti

1 Comment

  • Reply
    Alessandra
    9 Ottobre 2017 at 16:40

    Cara Giovanna hai dato voce al mio cuore.. t ringrazio per aver condiviso tutto questo perché è esattamente quello che sto provando io in questo momento e da quando è nato mio figlio circa 6 mesi fa . Gli ultimi mesi della mia gravidanza emotivamente sn stati difficilissimi.. la mia adorata mamma è stata operata di urgenza al cuore un intervento delicatissimo che fortunatamente é riuscito ma ad oggi la mia mamma è ancora ricoverata quindi non ha potuto starmi vicino nè durante il parto nè i primi mesi del bambino. Premesso questo lei resta l unica persona che capisce veramente il mio disagio e mi da coraggio dicendomi che è capitato anche a lei che è dovuto alla stanchezza e al fatto che sono sempre solo con il piccolo che non ho aiuto . Tutto il resto della gente non mi vede e purtroppo non mi sente mi sento invisibile nonostante dico chiaramente che non sto bene.
    Un giorno mi faccio forza cerco di mantenere la calma il giorno dopo crollo perdo la pazienza dico a me stessa che forse non ero pronta che non sn in grado che una mamma non dovrebbe pensare quello che penso io.. 🙁 molte volte ho sgridato il mio piccolo quando magari non voleva dormire come se la colpa fosse sua ..che colpe potrà mai avere un esserino così meraviglioso che t riempie il cuore con un sorriso ..e questo mi fa sentire in colpa e da li precipito nei pensieri più tristi.
    Mi sono rispecchiaTa molto in te ed è per questo che t ringrazio perché mi hai dato la speranza che questo brutto periodo passi anche per me …

  • Lascia un Commento

    Connect with Facebook