Il rituale dello spaghetto spezzato per le minestre ha il sapore dell’infanzia. Non è solo pasta corta ma è memoria, è poesia, è la mamma che ti chiedeva di aiutarla e tu che non vedevi l’ora. Ti sedevi attorno al tavolo in cucina, mentre le pentole borbottavano sui fornelli e i vetri si appannavano e spezzavi sul canovaccio da cucina gli spaghetti con lei. Ti facevano un po’ male le dita e li spezzavi sempre più grossi del dovuto, ma che soddisfazione quando li avvolgeva nel canovaccio per pestarli per bene col palmo della mano e finivano tutti in pentola. Nella minestra bollente, tra i legumi e brodo, cercavo loro, i pezzi più lunghi, erano i superstiti quelli che nonostante tutto, avevano resistito, non si erano spezzati. Erano gli eroi.
Continuate a spezzarli gli spaghetti, anche se al supermercato vendono quelli già spezzati, pratici e comodi. Ditelo ai signori della pasta che gli spaghetti spezzati a mano hanno tutto un altro sapore.
1 Comment
francesca
11 Ottobre 2013 at 18:22io invece il brodino fatto con la pasta spezzata l’ho sempre odiato… :p