Avete mai riflettuto sull’importanza dell’olio extravergine d’oliva nella nostra cucina? Io dall’olio, quello buono, sono seriamente dipendente. Per condire, insaporire, ma anche semplicemente da assaporare sul pane caldo, mentre al ristorante aspetto che arrivi il mio piatto. Non vi dico il dramma quando all’estero mi portano quelle salsine pasticciate per condire l’insalata… sì perchè noi, specialmente al sud, con l’olio abbiamo un rapporto viscerale, l’olio è tradizione, è l’oro delle nostre terre.
Per questo, quando ho assaggiato per la prima volta l’olio extravergine biologico “Grottafumata” del mio conterraneo Mauro Cutuli, me ne sono innamorata. Sì perchè l’olio fatto da un siciliano appassionato che ama la sua terra non è solo un olio buono, è un olio che racconta una storia.
A partire dal packaging un flacone in latta curatissimo con un’etichetta dipinta a mano, l’olio Grottafumata, estratto da olive di alberi di Nocellara Etnea è un olio con grande carattere ed il merito è tutto del territorio: la contrada dalla quale prende il nome si trova a 300 metri sopra il livello del mare, si trova vicino ad un fiume ed il suolo è ricco di minerali come sodio e potassio. Grottafumata è senza agenti chimici e, come in una fiaba, a difendere gli ulivi dai parassiti ci pensano coccinelle e lucertole. Il segreto sta poi nella raccolta rigorosamente fatta a mano come vuole tradizione e nella tecnica di lavorazione ( le olive vengono molite entro quindici ore con una temperatura d’estrazione di 26 gradi per 45 minuti).
Non è un caso che Grottafumata sia stato apprezzato da chef del calibro di Massimo Bottura, Davide Oldani e Davide Scabin, lo hanno scelto rinomati ristoranti italiani ed è arrivato nelle case Australiane, Cinesi e Giapponesi e promette di arrivare ancora lontano.
Alla luce di questo grande e meritato successo, sono tanto orgogliosa di conoscere personalmente il produttore Mauro Cutuli (di lui vi avevo già parlato a proposito delle sue Cene Contemporanee a Catania) e di aver potuto apprezzare il suo Grottafumata, entrato nella mia cucina e destinato a restarci a lungo.
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