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Godzilla torna al cinema: il mostro più famoso del mondo sessant’anni dopo

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Ci sono miti destinati a non tramontare mai: Marilyn, James Dean, Elvis… Godzilla. Era il 1954 quando uscì la pellicola giapponese che aveva per protagonista il mostruoso personaggio ideato dalla Toho, poi arrivò il remake nel 1998 e oggi questa spettacolare avventura viene riportata sul grande schermo dalla Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures.

Il mostro più famoso del mondo, nel 60esimo anniversario della sua uscita originale, torna a rievocare la collera della natura che a causa dell’arroganza dell’umanità, si rivolta e minaccia l’esistenza umana. Il trailer anticipa l’angoscia della catastrofe, si respira il terrore di qualcosa di invincibile da combattere, qualcosa che nemmeno le armi nucleari riescono ad uccidere, grande, immenso come la paura che genera l’ingovernabile.

Io pur non essendo un’appassionata del genere, non vedo l’ora di andarlo a vedere, alla regia c’è stavolta Gareth Edwards, tra i protagonisti Aaron Taylor-Johnson, il candidato all’Oscar® Ken Watanabe ( famoso per “L’ultimo samurai” e “Inception”), Elizabeth Olsen, la premio Oscar® Juliette Binoche, Sally Hawkins, David Strathairn, Bryan Cranston (noto per il suo ruolo nella serie tv “Breaking Bad”.

Edwards ha voluto intorno a sè un cast eccezionale: la sceneggiatura è di Max Borenstein, il soggetto di David Callaham, i produttori sono Thomas Tull e Jon Jashni con Mary Parent e Brian Rogers. I produttori esecutivi sono Patricia Whitcher e Alex Garcia, con loro Yoshimitsu Banno e Kenji Okuhira.

Nel team creativo dietro la macchina da presa c’è il direttore della fotografia candidato all’Oscar®, Seamus McGarvey, lo scenografo Owen Paterson, il montatore Bob Ducsay (“Looper”). La costumista è la candidata all’Oscar®, Sharen Davis (all’ attivo “Dreamgirls”, “Ray” e “Django Unchained”) ed il supervisore agli effetti visivi premio Oscar®, Jim Rygiel (). La colonna sonora è stata composta dal candidato all’Oscar®, Alexandre Desplat ( che ha curato anche le musiche di “Argo”, “Il discorso del re”).

Che ne dite? Andrete a vederlo?

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