Sono una patita di programmi di cucina, e se c’è un programma di cui non ho perso una puntata è Kitchen Nightmares che vedeva impegnato Gordon Ramsey nella mission impossible di ridare lustro a pessimi locali vicini al tracollo finanziario a causa del pessimo lavoro svolto in quella che più che un mestiere è un’arte: la ristorazione.
Con mio sommo gaudio apprendo che sta per arrivare in tv Cucine da Incubo Italia, la versione nostrana del fortunato programma che vede dal 15 Maggio protagonista Antonino Cannavacciulo, uno dei migliori chef italiani, pluristellato proprietario del ristorante Michelin Villa Crespi sul lago d’Orta. Campano di nascita, ma piemontese d’adozione Cannavacciuolo, nel nuovo programma è chiamato a risollevare le sorti di ristoranti in crisi a causa di gestori incapaci, cuochi frustrati e personale impreparato. Lo chef dalle spiccate doti imprenditoriali lo vedremo all’opera su fox life, canale 114 di Sky dove cucine da incubo andrà in onda in esclusiva: darà il suo giudizio sulle pietanze proposte in menù, giudicherà la competenza del personale, ispezionerà con severità la cucina dopodichè passerà all’azione per rivoluzionare con i giusti accorgimenti il locale portandolo sulla retta via. Un team lo aiuterà a cambiare faccia al ristorante trasformandolo drasticamente nell’aspetto. Il locale rinnovato verrà dunque riconsegnato ai proprietari pronto a stupire i clienti.
Io avrei un paio di locali da suggerire a Cannavacciuolo, locali provati e finiti dritti nel mio black book degli indirizzi; locali che ho depennato per brutte esperienze avute in passato e che avrebbero bisogno di una bella lavata di capo a causa del personale scortese, del servizio lento o peggio di cibo non all’altezza delle aspettative o con un pessimo rapporto qualità prezzo. Il mio ristorante ideale deve essere intimo e accogliente, deve proporre buon cibo e ingredienti di qualità. Ma soprattutto nel mio ristorante ideale servizio e coperto non dovrebbero essere conteggiati come un plus. Se pago per pranzare fuori non dovrebbe essere implicito (oltre che incluso nei costi delle pietanze) il piacere di una tovaglia pulita e di una persona, possibilmente cortese, che mi porti al tavolo ciò che ho ordinato?
Scegliere di mangiare fuori vuol dire mettersi nelle mani di chi dovrebbe mettercela tutta per rendere positiva la tua esperienza affinchè si ripeta, ma troppo spesso non è così. E adesso tocca a voi, quali sono le vostre regole d’oro del vostro ristorante ideale?
Nessun Commento