Mum & The City

Allattamento: “Non è una tetta che fa una mamma”

Ero alla trentesima settimana di gravidanza, giorno più giorno meno, quando l’ostetrica del corso pre-parto che ho frequentato mi consigliò un olio specifico per i capezzoli. Mi disse che dovevo iniziare ad ammorbidirli in vista del futuro allattamento al seno di mia figlia.
Io, che sono solitamente una che fa polemica, quella volta non dissi nulla. Feci un sorriso e poi continuai per la mia strada: io non volevo allattare al seno.
Avevo questa profonda convinzione per il quale non fosse strettamente necessario, e lo penso ancora, nonostante le cose siano andate in maniera un po’ diversa.
I bambini crescono lo stesso, mi dicevo; lo pensavo e lo penso tutt’ora.
In un’ afosa mattina di luglio viene al mondo il mio scricciolo. Induzione, travaglio, nessuna dilatazione e, alla fine, un taglio cesareo mi avevano un po’ provato. Giusto quel tanto da dover chiedere anti dolorifici ogni mezz’ora.
Uscita dalla sala operatoria e sistemata in una piccola saletta parto lì accanto, con mia figlia e mia sorella, entrò un pediatra giovane e senza capelli, ricordo solo questo, che mi poggiò la bimba sul petto e mi chiese se volessi provare ad attaccarla al seno.
Non opposi resistenza.
Non ne avevo le forze ed ero piacevolmente ottenebrata dal misto di morfina e ormoni in subbuglio e amore sconfinato che provavo per quell’ esserino che non pesava nemmeno tre chili.
Lei si attaccò immediatamente. Il capezzolo era più grande del suo faccino ma con quelle gengive sdentate era forte e tenace. Cominciò a ciucciare con così tanta foga che quasi mi strappai i punti tanto mi faceva ridere.
E’ successo così a me: io non volevo allattare ma Lei voleva essere allattata.

Mia figlia però era piccola e magrolina. Perfino mia mamma, che di figlie ne ha fatte tre, aveva paura a ‘maneggiarla’.
Alla sera venne il pediatra per controllare che fosse tutto in regola e con se portò un piccolo biberon con trenta miseri grammi di latte che mia figlia finì in pochi secondi. Era affamata di latte e di vita e per questo motivo io feci un allattamento misto. Fin dal primo giorno.
Le ostetriche che passavo di li mi guardavano come se fossi una madre degenere e, ad un certo punto, complice l’inesperienza, la stanchezza e il sali e scendi degli ormoni, iniziai a pensarlo anche io.
Il mio latte c’era, era abbondante, era nutriente. Allora perché mi ostinavo con l’aggiunta?
Il latte di mamma è il miglior nutrimento!
Non sai che serve per il sistema immunitario?
L’allattamento deve essere esclusivamente naturale e a richiesta!
Sentivo ripetermi queste frasi ad ogni visita.
Eppure, complice mia mamma, io l’aggiuntina di latte artificiale ho continuato a dargliela. Ogni sera, alle nove, lei beveva i suoi miseri trenta grammi (a volte anche cinquanta, di nascosto!) e dormiva serena per sei ore filate. E, con lei, recuperavo le forze anche io.

Ho allattato al seno per sette mesi, fino a che non è stata completamente svezzata, e, ancora oggi, che di mesi ne sono passati altri sette, non riesco a capire chi sostiene così fermamente l’ allattamento al seno cercando quasi di sminuire quelle mamme che per volere o per costrizione hanno allattato artificialmente. Non è una tetta che fa una mamma.
Mia figlia si è attaccata subito, mai una mastite, mai una ragade, mai un problema eppure non è stato sempre tutto rose e cuoricini.
Ho mostrato le tette in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Quando lei chiamava non c’era verso di tenerla buona nemmeno per quei due minuti in croce che mi sarebbero serviti per trovare un posticino appartato così da non dover mostrare la mercanzia ai passanti.
Non mi sono mai chiusa in casa, questo è certo: sono andata al ristorante, a pranzo con le amiche e al centro commerciale perché un figlio non è una sorta di handicap che ti deve relegare alle quattro mura domestiche, anzi, ma questo ha comportato che mi dovessi spogliare in ogni dove.
Avevo sempre un lenzuolino, una copertina per coprirmi più che potevo perché mi provocava un certo fastidio doverlo fare alla vista di tutti e ad un certo punto non ce l’ho fatta più.
Non riuscivo più a gestire la situazione: se da un lato volevo uscire di casa dall’ altro avevo il timore che a lei venisse un attacco di ‘ciucciarella’ che mi costringesse a dovermi appartare o a dovermi nascondere o a dover mostrare il seno.
Lo so. Allattare è la cosa più bella del mondo. Una mamma che allatta è magica e via dicendo…
Per me non è stato così e, quando la bimba ha compiuto tre mesi, ho preso la decisione più giusta per noi: fuori niente più seno, ma solo biberon! Mi portavo il mio bel thermos con l’acqua riscaldata e dosata e i barattolini con la polvere di latte sufficiente alle ore in cui dovevo star lontana da casa.
Si dice che un bambino è sereno se lo è la sua mamma e io, con le continue richieste di essere attaccata, non lo ero più.
Avevamo finalmente ristabilito il nostro equilibrio.

Ed è questo il consiglio che mi sento di dare a tutte le future mamme: non fatevi condizionare. Ogni storia è diversa e ogni persona ha delle convinzioni, più o meno giuste, che però non sono universali.
Io non volevo allattare per partito preso, poi l’ho fatto perché è capitato, poi ho rischiato di esaurirmi e, quando finalmente ho deciso di mettere un freno a ciò che mi dicevano e fare di testa mia è andato tutto per il meglio.
Perché ci sarà sempre qualcuno che vi dice che il pupo piange perché ha fame, e magari è pure vero. Ci sarà sempre chi vi dice che il vostro latte è acqua e ci vuole l’aggiunta oppure chi demonizza il latte artificiale come fosse un’ opera di Satana in persona. E ci sarà il momento in cui vi sentirete così inadeguate e così in colpa, sotto il peso della responsabilità di un altro essere umano, che sarà facile crollare. Fa tutto parte di questa bizzarra quanto mai bellissima esperienza chiamata Maternità.
La verità è che ogni nuova vita è diversa e, soprattutto i primi tempi, è giusto che mamma e bambino trovino il loro equilibrio senza che nessuno interferisca.
Gli ormoni e l’inesperienza possono giocare brutti scherzi alle neo mamme: state calme, andrà tutto bene.
Il legame speciale con il vostro bambino non è dato da una tetta né da un biberon. Il latte naturale fa benissimo, nessuno ne ha dubbi, ma nessun bambino è mai stato maltrattato perché ha ciucciato dal biberon, ve lo posso assicurare. Qualunque sia la via di nutrimento scelta non è quello che vi rende una buona mamma o no.
E’ molto, molto, altro.

Articolo a cura di Robi Calcagno Lanza


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