Facciamo gli auguri agli amici perché ce lo ricorda Facebook, deleghiamo a WhatsApp sentimenti e relazioni, scriviamo e-mail al collega che in ufficio è seduto ad un metro e mezzo da noi e siamo velocissimi a digitare sms, ma non sappiamo più scrivere una lettera usando la penna.
Questo è ciò che ha prodotto la tecnologia: ci ha dato un’infinità di nuove opportunità, ci ha semplificato la vita, ci ha offerto nuovi modi di comunicare, più immediati, ma a volte per comunicare davvero, la tecnologia non è tutto. E’ questo il messaggio che vuole lanciare Wind con un cortometraggio che è una sorta di ammissione del limite, oggettivo, della tecnologia rispetto alla vicinanza, quella reale, quella che abbatte barriere che non possono essere superate con telefonate, email o sms.
Protagonisti del cortometraggio “Papà” di Giuseppe Capotondi, un figlio ed un padre; al centro della storia emergono emozioni e affetti, ricordi di quando era bambino, poi adolescente e di suo padre sempre presente, sempre al suo fianco. Oggi però il padre è lontano e ogni tentativo di mettersi in contatto con lui, con il cellulare, con una mail, fallisce. Necessita di un contatto più autentico, concreto: ha bisogno di parlargli, senza filtri, senza strumenti, occhi negli occhi, uno di fronte all’altro.
Un meraviglioso e toccante corto d’autore dal messaggio chiaro e diretto. Non perdetevelo.
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